La valle dai due volti

La Valle Varaita si estende per circa 70 chilometri partendo da Costigliole fino al Colle dell’Agnello, dove una strada panoramica che culmina ai 2744 m del valico la unisce alla valle francese del Queyras.
Il Monviso, Re di pietra, ne è il simbolo, ma la sua vista è in parte oscurata: si perde nella parte centrale, per essere ritrovata solo in quota.
Famosa per il suo aspetto rigoglioso, il boschi e i laghi, è una delle mete turistiche più apprezzate della zona, sia in estate che in inverno.

Da Costigliole Saluzzo, si sale passando per le località di Piasco, Venasca, Brossasco, Melle, Frassino, Sampeyre e Casteldelfino. A quest'altezza la valle si biforca e si divide nella valle di Bellino e in quella di Chianale. Altre sono le valli secondarie che si inseriscono lungo il percorso: Valmala e il Vallone di Gilba, mete di grande bellezza e ricche di aspetti interessanti e coinvolgenti lungo le quattro stagioni.

Le notizie storiche relative ai periodi preromano e romano sono frammentarie ed incerte. Sicuramente fu abitata in periodo preromano, ed alcuni studiosi propongono che Annibale abbia attraversato le Alpi per il Colle dell'Agnello, ma questo fatto non ha alcun riscontro storico, e rimane affidato alla tradizione.

I secoli XI e XII furono abbastanza caotici, con la valle suddivisa in una miriade di piccole proprietà sotto il controllo di diocesi e signori diversi. Una sistemazione abbastanza stabile si ebbe a partire dal 1210, quando la valle fu divisa a metà tra sue stati: la parte a monte, comprendente gli attuali comuni di Pontechianale, Bellino e Casteldelfino, fino alla frazione Confine di Sampeyre, rimase sotto il controllo del Delfinato, mentre la restante parte rimase controllata dal Marchesato di Saluzzo. Un'importante modifica all'assetto si ebbe nel XIV secolo, quando la parte superiore (la cosiddetta Chastelado, ossia Castellata) aderì alla Repubblica degli Escartons, costituendone appunto l’Escarton di Casteldelfino.

I due settori della valle seguirono nei secoli a venire le sorti dei loro stati. La Castellata passò quindi sotto il dominio francese nel 1349, quando il Delfinato fu ceduto al Regno di Francia, ma la Repubblica degli Escartons mantenne la sua indipendenza. La parte bassa della valle rimase con il Marchesato di Saluzzo, e passò sotto il dominio francese con il resto del Marchesato nel 1549. Nel 1601, con il trattato di Lione, i territori del Marchesato, ivi compresa la bassa valle Varaita, passarono sotto il dominio del Ducato di Savoia. La valle fu definitivamente riunita nel 1713, quando, con il trattato di Utrecht, la Castellata fu ceduta al Regno di Sardegna, uscendo dalla Repubblica degli Escartons.

La valle fu marginalmente interessata dagli eventi della guerra di successione austriaca. Nell'autunno del 1743 le truppe franco-spagnole tentarono un'invasione della valle Varaita di Chianale, ma si ritirarono, L'anno successivo gli eserciti franco-spagnoli tentarono una nuova invasione; il 19 luglio 1744 gli assalitori attaccarono le truppe piemontesi in prossimità del monte Pietralunga, sul crinale che separa la valle Varaita di Bellino da quella di Pontechianale. La battaglia si risolse in favore dei difensori, ma si trattava solo di un'azione diversiva: il grosso delle truppe franco-ispaniche stava infatti avanzando sulla direzione Stura-Maira, ed i difensori piemontesi furono successivamente aggirati da un contingente proveniente dalla valle Varaita di Bellino. Il luogo del confronto comunque prese da allora il nome di colle della Battagliola.

La delicatezza strategica della valle, direttamente al confine con una Francia spesso ostile, portò nel tempo alla realizzazione di numerose opere difensive ed accessorie. All'epoca della guerra di successione austriaca risalgono appunto i campi trincerati della Battagliola e della cima dei Fortini di Crosa, il primo realizzato dall'esercito piemontese,  il secondo da quello franco-ispanico.  Dello stesso periodo è la strada dei cannoni che univa la Colletta di Rossana al Colle della Bicocca; da qui la strada scendeva in val Maira proseguendo fino al colle del Mulo, e da qui alle Barricate (Pietraporzio) ed a Demonte in valle Stura, permettendo una rapida comunicazione tra le tre valli. Questa strada fu successivamente restaurata ed ampliata negli anni tra il 1937 ed il 1939, ed è ancora interamente percorribile. All'inizio del Novecento, venne realizzata in comune di Sampeyre una nuova linea difensiva, costituita essenzialmente da postazioni di artiglieria scoperte in barbetta in posizione defilata, affiancate da opere di casermaggio e polveriere. Lo sbarramento di Sampeyre era costituito da due installazioni, realizzate tra il 1900 ed il 1905: la batteria del Collet sopra Rore, e la batteria di Becetto in località Morera. Lo sbarramento fu disarmato nel 1915, e riutilizzato come deposito di munizioni. Nella seconda metà degli anni trenta la valle fu interessata anche dalle nuove fortificazioni del Vallo Alpino del Littorio. Una prima linea difensiva si sviluppava nei dintorni di Chianale, con sbarramento dei colli Longet, di Saint-Véran e dell'Agnello, mentre una seconda linea si sviluppava presso Casteldelfino, con casematte camuffate da grange e malloppi in parete. Le comunicazioni della valle con l'altro versante delle Alpi furono per secoli affidate principalmente ai colli dell'Autaret, di Saint-Véran e di Vallanta. Nel XX secolo venne aperto il valico stradale del Colle dell'Agnello, che permise il transito anche veicolare lungo la valle.

La Val Varaita è una tra più belle ed interessanti valli Occitane e la tradizione del posto si respira in ogni angolo di queste splendide località. Tanti sono gli appuntamenti nel corso dell'anno che riescono a riportare le emozioni di una storia, mai dimenticata, agli occhi dei turisti e ai residenti e molteplici sono i luoghi e i musei che fanno della storia della Valle e delle sue usanze un vero percorso da seguire e a cui appassionarsi.